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I risultati dei LAB sul “fattore umano” da aprile 2022

Oggi le aziende guardano al lavoro ibrido o “smart” come ad una realtà stabile e inevitabile.

Nell’ambito dei laboratori denominati Human Lab, che si sono tenuti a partire dal mese di aprile 2022, la reazione delle aziende può essere sintetizzata come segue:

  • Grandi passi avanti sono stati fatti rispetto alla situazione pre-Covid, in un contesto che vede l’azienda del 2022 quasi trasformata anche per quei casi in cui molti progressi sulla strada della digitalizzazione si potevano dire conseguiti già alla fine del 2019. Oggi le aziende guardano al lavoro ibrido o “smart” come ad una realtà stabile e inevitabile, sapendo che non tutte le misure necessarie per facilitare lo Smart Working e metterlo in sicurezza sono presenti in tutte le aziende. Prima misura che deve essere ancora per la gran parte dei casi messa in atto è la digitalizzazione degli archivi documentali e la conseguente produzione di un “Data Catalogue” che possa guidare gli utenti ed i loro responsabili nella comprensione dei dati e delle loro fonti;
  • Anche sul piano della Sicurezza le aziende hanno compiuto, ancorché non da molto, i passi necessari per adeguare il loro approccio alle mutate condizioni del lavoro e in particolare modo le aziende hanno deciso di mettere in opera sistemi digitali sicuri “by-design” in quanto basati sul principio della tutela dell’identità. Tuttavia, non sempre a questi principi sono seguite logiche di “zero-trust” che, una volta implementate, servirebbero non solo ad affrancare i processi aziendali da intrusioni possibili ma anche a rafforzare il concetto stesso di identità in azienda;
  • Come terza osservazione, minore attenzione è stata messa e maggiori sforzi vanno fatti verso la distribuzione delle politiche di sicurezza e di efficace gestione sui device, che sono il vero compagno di lavoro di tutti i lavoratori “smart”. Questo comporta la necessità di sistemi informativi che facciano del device un mero esecutore delle politiche aziendali, che possono essere ulteriormente rafforzate tramite pratiche di “device-as-a-service” o “smart device”.