Gli anni ’20 del nuovo millennio si stanno caratterizzando per l’altissimo numero di shock ad alto impatto sul nostro modo di vivere e di lavorare.
Dopo lo scoppio della pandemia, il conflitto in Ucraina ha di fatto sancito la fine dell’epoca della globalizzazione semi-pacifica e ci ha spinto in un universo di preoccupazioni inedite da almeno 70 anni.
In aggiunta e in parte in modo concatenato, le minacce alla Cyber Security sono diventate oggi un serio e concreto attentato alla nostra salute e al nostro benessere, se è vero che gli attacchi possono mettere in ginocchio intere strutture sanitarie, aeroporti, città e persino istituzioni. Da ultimo, in un crescendo di caos economico da film catastrofico, inflazione, perdite di borsa e spese militari in aumento vertiginoso si sono riviste anche in questo caso dopo decenni in cui questi fenomeni sembravano essere stati debellati per sempre.
L’inizio degli anni ’20 del nuovo millennio è coinciso dunque con il primo di una serie di shock che ad oggi non pare avere una fine prossima. Allo stesso tempo, guardando al passato possiamo ritrovare tanti altri momenti di crisi dei mercati e delle economie ai quali la nostra società è sopravvissuta e anzi che sono stati usati per rinnovare ed innovare ulteriormente, non senza perdite di ricchezza e pesanti costi sociali.
Quali sono dunque gli elementi che consentono ad un sistema economico, grande come lo scenario globale della nostra economia internazionale o piccolo come le piccole aziende che costellano il territorio del nostro Paese, di reagire agli shock?